Villi non vive un semplice cambio generazionale quanto piuttosto lo stravolgimento di un’epoca.
È il protagonista e l’artefice di una vera e propria rivoluzione nel settore della lavorazione del ferro.


Ho iniziato a muovere i primi passi nel laboratorio di famiglia, appassionandomi fin da piccolo al profumo della fucina e della fuliggine, alle scintille del ferro incandescente e a quel cuore metallico che pulsava sotto gli infiniti, pazienti e decisi colpi di martello assestati da mio padre durante il processo di forgiatura.
Quando si presentava un cliente lui gli forgiava al momento una foglia, un fiore o qualche altro particolare. Era la sua strategia per stupirli e ci riusciva sempre.


“Avevo un forte desiderio di crescere in fretta per dedicare la mia vita al ferro e al fuoco, due elementi dalla forza straordinaria che, una volta uniti, si elevano a qualcosa di superiore, indistruttibile e meraviglioso.
Mio padre iniziava ogni progetto realizzando i disegni a gesso sul pavimento, ma questi si consumavano e io avevo il compito di ripassarli. Ciò che per me era un gioco mi permise di acquisire quello stile e quella manualità che oggi mi contraddistinguono”


Villi non ha vissuto un semplice cambio generazionale quanto piuttosto lo stravolgimento di un’epoca. È stato il protagonista, ma anche l’artefice, di una vera e propria rivoluzione nel settore della lavorazione del ferro.
Negli anni 90, accanto ai disegni manuali, sono arrivati i primi progetti sviluppati utilizzando software CAD.
All’inizio l’innovazione era complessa e tutt’altro che economica poiché i tempi di produzione di un disegno digitale erano addirittura più lunghi di quelli realizzati a mano, ma grazie alla pratica e soprattutto all’enorme banca dati di pezzi e particolari disegnati anno dopo anno si riuscì a velocizzare l’intero processo progettuale e produttivo.

